venerdì 31 gennaio 2014

La nuova Peugeot 208 T16? Ce la racconta un certo… Paolo Andreucci

 
Mancano poche settimane e poi inizierà ufficialmente la vita sportiva della  208  T16 di Peugeot Italia, l’ultima nata in casa del  Leone.  Infatti,  gli uomini  del  team Racing  Lions  sono in partenza per  Velizy, sede di Peugeot Sport,  per montare il primo  esemplare della  vettura che  farà  il suo  debutto mondiale al  prossimo Rally  de  Il Ciocco  (14-16 marzo)  affidata alla coppia Paolo Andreucci – Anna Andreussi.

 
Proprio  il pilota  toscano è  stato tra  coloro che  hanno contribuito alla  sviluppo  e  alla  definizione della  208  T16, partecipando in prima  persona ai test  di Peugeot Sport.
Paolo Andreucci: “ E’ stata una  grande opportunità perché è fondamentale, quando si porta al debutto una  nuova vettura, esserne coinvolti  nella  fasi progettuali. Oltre  che  grande motivo  di soddisfazione personale, a coronamento del percorso compiuto assieme a Peugeot nel corso di questi  anni. 
 Nel corso del 2013  abbiamo lavorato in entrambe le configurazioni, terra e asfalto, accumulando chilometri e dati.  Quali sono le peculiarità della  208 T16? Sicuramente il bilanciamento – dote  che la 208 ha sia nella versione stradale sia nella 208 R2 da rally – la scocca dell’auto, infatti, con  le  quattro ruote motrici  che  ha  la  T16  è  ancora migliore,  con  un  posteriore molto sincero e  fermo.
  Con un anteriore migliorato rispetto alla  207  S2000 che  trasmette molta sensibilità e precisione allo sterzo e che,  qui, ha un angolo di sterzata più contenuto. Il motore  rappresenta un’altra grande differenza perché il passaggio dal  duemila aspirato al 1600  turbo  ti aiuta  molto nelle guida, grazie  ad una  coppia molto più sfruttabile visto che si riesce  a tenere più spesso la stessa marcia.
 
Di fatto  diminuendo quindi l’utilizzo del cambio senza la necessità di dover sempre essere ad  un  regime preciso. Con  la S2000 utilizzavamo sempre le marce agli  ultimi giri motore perché la potenza era  lì, mentre con  il turbo  abbiamo un  range maggiore di utilizzo dei  giri che  facilita  molto la guida.  Tenendo conto che passiamo da 6 marce alle 5 della 208 T16, con ingranaggi più robusti nell’ottica di diminuire anche i rialzi e – quindi – i costi  di gestione. La frenata  è molto buona anche in virtù di dischi posteriori maggiorati che  permette di sfruttare al meglio  le doti velocistiche della vettura.
 
Ora, per noi comincia un’altra fase altrettanto importante di sviluppo, quella  che ci consentirà di adattare il set up della 208  T16 alla  tipicità  dei percorsi e degli  asfalti/sterrati che  incontreremo nel  corso del  campionato italiano, spesso profondamente diversi  da  quelli  francesi su  cui sono stati  svolti  la maggior parte dei  test.  Dovremo essere bravi  a “cucirci” addosso la T16”





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